Le emozioni giuste per l’apprendimento
La ricerca sull'apprendimento ha trascurato a lungo il ruolo delle emozioni nel processo di acquisizione delle informazioni. Qual è il loro contributo?
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Studentessa di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, vorrei un giorno lavorare con bambini e preadolescenti per aiutare loro a trovare una chiave di lettura alternativa delle difficoltà che possono trovare nel percorso di crescita. Penso però che sia importante coinvolgere in questo processo anche le loro famiglie e i loro contesti di vita quotidiana, come ad esempio la scuola. Spero che i miei articoli possano avvicinarvi al mondo della Psicologia, la mia passione oltre alla lettura, alle camminate all'aria aperta e all'osservazione di dettagli.
La ricerca sull’apprendimento in classe ha trascurato per molto tempo il ruolo delle emozioni nel processo di acquisizione di nuove informazioni.
Perché questo?
Perché si pensava che l’apprendimento a scuola fosse connesso solo alla parte critica, logica e pensante del cervello umano. Di conseguenza le emozioni sono state considerate come un ostacolo all’apprendimento.
Quando lo studente apprende qualcosa, il suo cervello collega l’esperienza di apprendimento con l’emozione che sta vivendo in quel preciso momento.
Se l’emozione è negativa, ogni volta che lo studente riprende dalla memoria quello che ha imparato, riporta automaticamente anche l’emozione negativa con cui ha appreso.
Spesso gli studenti vivono in classe emozioni negative come ansia, senso di colpa e noia.
L’ansia a scuola è generalmente collegata alla valutazione e a come gli alunni reagiscono a un potenziale insuccesso.
Zeidner, lo studioso più noto in questo settore, ha elaborato il modello del disagio emozionale.
Secondo questo modello, l’ansia da test è generata da un circolo vizioso secondo cui nell’alunno nascono pensieri negativi – riguardo il possibile insuccesso – prodotti da uno stimolo esterno – il compito da affrontare.
Il soggetto a questo punto mette in atto delle strategie non funzionali per far fronte alla situazione da lui vissuta come stressante; la percezione di sé come alunno incapace lo porta a non studiare e quindi ad aumentare l’ansia.
Un’altra emozione che lo studente può sperimentare in classe è il senso di colpa: emozione cosiddetta consapevole del sé, perché nel corso dello sviluppo l’individuo valuta se stesso anche in base a quanto il suo comportamento è accettabile dal punto di vista morale e sociale.
Il senso di colpa si prova quando si percepisce di aver violato una legge morale o un’aspettativa circa un comportamento da tenere in una determinata situazione; in ambito scolastico questo accade perché chi giudica – l’insegnante – tende ad attribuire a chi è giudicato – l’alunno – l’unica responsabilità dell’errore – l’insuccesso in un compito.
La noia rappresenta invece un’emozione negativa che nasce soprattutto quando l’individuo è obbligato a occuparsi di un’attività.
Secondo il ricercatore Pekrun, questa emozione è negativa per la motivazione scolastica perché porta lo studente a evitare l’attività e, quindi, a non impegnarsi sul compito.
Innanzitutto che la sfida per l’insegnante è quella di tornare a lavorare con entusiasmo, un’emozione positiva e attivante considerata essenziale per un insegnamento efficace.
Un docente entusiasta è anche percepito come più bravo e riesce a trasmettere agli alunni l’importanza e il valore di ciò che insegna.
Inoltre, è importante che vengano trasmesse emozioni positive agli studenti, ad esempio supportandoli nella ricerca della strategia più adeguata a migliorare il risultato.
A scuola è quindi importante anche il sostegno delle emozioni positive; facilitare e sostenere l’emozione degli studenti racchiude in sé la ricerca di una soluzione condivisa a un problema.
Condivisione che comporta il rispetto degli studenti, evitando un atteggiamento ipercritico e punitivo.
Un’altra modalità per evitare che in classe gli studenti vivano emozioni negative è quella di facilitare la formazione di un clima sociale della classe disteso e sereno.
Questo termine fa riferimento al sostegno emotivo, al grado di autonomia e collaborazione concesso agli studenti e alla presenza di cooperazione o competizione tra studenti.
Il docente può inoltre tenere in considerazione gli interessi degli allievi per coinvolgerli attivamente durante la lezione; ad esempio, prevedere alcune attività che gli studenti sentono vicine alla loro vita personale può permettere agli insegnanti di collegare la dimensione emotiva con quella cognitiva.
In conclusione, ponendo l’attenzione su questi accorgimenti, sarà possibile aiutare l’alunno a vivere l’esperienza scolastica in maniera positiva, evitando l’insorgenza in lui sentimenti ed emozioni ostacolanti.
Esistono diverse paure nei bambini, alcune esistenti dalla nascita, altre legate alla crescita e allo sviluppo, altre insorgono dopo eventi traumatici.
Le funzioni esecutive sono degli elementi che contraddistinguono, più di ogni altro aspetto, l’uomo dalle altre specie animali.
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